Interviste


 MIND

Siete sicuri di conoscere bene la scena italiana dello Human Beatbox? Oggi facciamo due chiacchere e conosciamo meglio un altro Beatboxer nostrano che suona in giro da diversi anni.

Eccoci! Presentati..
Ciao mi chiamo Mind, sono di Frosinone.
Da quanto tempo pratichi lo human beatbox?

Faccio bbox dal 1998 bene o male.

Che genere musicale preferisci?

Ascolto un po di rap, un po di funk, un po di jazz, un po di musica elettronica.  Ho ascoltato tantissimo rap negli anni 90 Italiano e non. Sanguemisto, Neffa,  Lou X, Colle, Kaos, OTR etc etc etc..


Hai un artista di riferimento?

In particolare voglio citare Gruff il quale qualche anno dopo mi ha dato la possibilità di accompagnarlo in molti live dove ho conosciuto e suonato con tanta gente potentissima. Sempre con lui dopo un po di anni di scarsa attività, nell'ultimo Valva Scratch ho avuto il piacere di dividere il palco con B.Road (Overflow, ndr)  giovanissimo beatboxer tanto potente quanto serio il quale mi ha fatto notare in maniera molto garbata che in italia ultimamente c'è tanta gente bravissima che fa bbox a livelli alti. E questo fatto mi ha dato un po lo stimolo per tornare un po a fare e far uscire e condividere tante piccole idee e piccole produzioni che sviluppo nel pochissimo tempo libero (più che altro nottetempo), e contemporaneamente pezzo dopo pezzo rimettere insieme progetti un po' più elaborati che ho in piedi da tempo.

Il tuo suono preferito? 

Per quanto riguarda i miei suoni ho passato i primi anni ad allenare il suono della cassa e del rullante a un livello soddisfacente. Mi sono divertito molto anche con gli scratches vocali. Poi ho un po arricchito  il bagaglio con altri suoni ogni tanto. Ma penso che bisogna migliorare tutto. Dedicare tutto il tempo che si ha a disposizione. Non dimenticarsi che fare bbox è la cosa che ti fa stare bene da sempre e, anche se lo si fa sempre praticamente come fosse fischiettare un brano, bisogna anche migliorare e trovare altri suoni ed altre varianti. Primo perchè personalmente in un beatboxer mi impressiona molto di piu una gran varietà di suoni precisi e coordinati piuttosto che la riproduzione perfetta dei tormentoni piu sputtanati degli ultimi 10 anni. In secondo luogo perchè fare bbox per circa 15 anni per poi trovare gente molto più giovane che ti "distrugge" con 3 anni di pratica è una bella lezione di vita che ti fa capire come funzionano veramente le cose...
Grazie della chiaccherata! vuoi salutare qualcuno?

Spero in futuro di avere piu tempo per fare, suonare e imparare il più possibile. Saluto chi condivide con me da sempre l'amore per la musica (Smit, Quintomondo, CarloSidra, DekonSan, TonyBrazzo) e chi si fa veramente in quattro per spingere il bbox con serietà come B.Road (Overflow) e te Dhap che ringrazio ancora per il supporto.
Bless!
Recentemente Mind & Overflow (ex B.Road) sotto il nome di UNDERCOOLERZ hanno dato vita a"Vocal Scratch Looper vol.1 // Beatbox Only Looper for Vocal Scratch Only "  Un Looper fatto interamente in Beatbox per tutti gli Screcciatori Vocali (..e non) ! Scaricabile gratuitamente cliccando QUI .



 NOISE


Noise é stato gentilissimo e disponibile come sempre a farsi intervistare. Molti lo conoscono per i famosi e utili tutorial in italiano; altri lo hanno conosciuto pure di persona. Tra poco uscirà il suo disco di cui potete ascoltare il PROMO qui sotto. Un grazie a NOISE e un grande in bocca al lupo per la sua promettente carriera di Beatboxer!!!



Alcune domande sono volutamente simili a quelle della precedente intervista con Alien Dee.
E' bello leggere punti di vista differenti, anche se su molte cose le opinioni sono simili!!

1. E' da un po' che non ci sentiamo!! Progetti nuovi all'orizzonte?

E' veramente tanto che non ci sentiamo, sono sempre impegnato a concludere il mio primo disco interamente prodotto da me e ovviamente TUTTO BEATBOX.

2. Come vedi la scena beatbox italiana? Secondo te negli ultimi anni c'é stata un evoluzione?
Devo dire che in italia i dal 2008 a questa parte grazie al primo raduno la scena sta crescendo molto rapidamente, a tal proposito ci tengo a ringraziare DHAP per questo. Anche internet sta aiutando questa crescita. Ora ci sono tantissimi ragazzi che stanno iniziando e quindi credo proprio che aumenteremo nei prossimi anni.

3. Come mai in Italia quest'arte é ancora poco conosciuta?
Siamo in pochi e sparsi per tutto lo stivale, ma molti stanno imparando a conoscerla grazie a internet e grazie a tutti i pochi beatboxer che girano l'italia promuovendolo con i propri live. Ma sono fiducioso che tra qualche anno anche in Italia come nel resto del mondo tutti lo conosceranno.

4. Si campa col beatbox in Italia? Se SI, come? Se NO, come mai?
Non voglio demoralizzare nessuno, ma col beatbox da noi non si campa, ma chi ci riesce si mantiene discretamente se ha anche un lavoro. Per me è una fonte di rendita alternativa per ora, ma in futuro spero di campare solo facendo beatbox . Secondo me non si riesce a vivere di questo perchè nessuno investe e pochi promuovono.

5. Human beatbox e cultura HIPHOP. Alcuni definiscono il beatbox come "Quinto elemento". Tu come la vedi?
E' strettamente legato al mondo dell'hiphop perchè nasce come accompagnamento per gli MC's poi venne chiamato quinto elemento , ma realmente non ha mai veramente fatto parte degli elementi dell'hiphop , tuttora pochi la chiamano la quinta disciplina. Per me è e resterà per sempre un' arte nata dall' hiphop ma cresciuta con tutta la musica .

6. Dedichi molto tempo all'allenamento? Che strumentazione usi nei tuoi live?
Essenzialmente mi alleno tutti i giorni, tutto il giorno . Dedico almeno 2-3 ore seriamente allo studio della tecnica e delle melodie con e senza microfono, amico molto importante di noi beatboxer. Nei live uso quasi sempre il microfono, ma quelle poche volte, sono equipaggiato di LOOP STATION ed EFFETTI vocali vari .

7. Che microfono consigli per le esibizioni dal vivo? SM58, BETA58 o altri/altre marche?
L' SM58 è un bel microfono e si usa molto, io personalmente uso il KSM9 SHURE a condensatore. La scelta del microfono è strettamente personale, dipende dall' impostazione che uno ha quando fa beatbox .Comunque per il prezzo ed una buona qualità ora consiglio il nuovo mic AKG BBB Dfive concepito interamente per i beatboxer.

8. Come ti vedi tra dieci anni? Sempre in giro a suonare?
Non mi dispiacerebbe continuare a suonare tra 10 anni , un sogno che si realizza. Spero sarà proprio così .

9. Prossimi live?
Avrò alcune tappe in Calabria , mia amata terra e anche in altre zone d'Italia, date precise ancora da confermare ma darò informazioni al più presto.

10. Beatbox: rumore, musica o entrambe le cose?
Su questo mi perderei ore a parlare. ma sintetizzo .Il beatbox è l'insieme di rumori che formano una musicalità, molti non vanno oltre a quello che è la possibilità della propria voce e magari si fermano all'imitazione dei suoni ma non allo studio di tali, risultato un'insieme di suoni emessi solo per istinto e senza razionalità. Io concepisco il mio modo di fare beatbox basandomi su uno studio approfondito della musica.

11. Ultima ma fondamentale domanda: secondo te si farà questa seconda battle italiana?
La battle italiana si fà, confermato. La data precisa è da confermarsi , ma si parlava del 13 maggio 2011 come data papabile.

12. Secondo te stando al sud italia ci sono meno possibilità per esprimere la propria arte?
Il problema è che al sud si organizzano meno eventi e quindi vi si presentano poche possibilità , fatto sta che noi del sud siamo messi con i piedi nella fossa. Dobbiamo continuare a spingere per poter riuscire nei prossimi anni a diffondere e radicare il beatbox in tutto lo stivale, io ci provo da quando ho iniziato e NON MOLLO.

Grazie Roberto , ci sentiamo presto..PEACE!! 
by Romo



ALIEN DEE 

Come promesso, eccovi l'intervista ad Alien Dee. Ho parlato di lui in un post precedente.
Dalle risposte che mi ha dato, traspare una persona che dà la vita per l'arte del beatbox e la musica in genere. Uno che prima di pubblicare una canzone su un disco studia, acquisisce nuove tecniche, produce e poi seleziona meticolosamente ogni singolo pezzo o take di registrazione.

L'incipit dice tutto:
"[...] il mio miglior pregio è anche il mio peggior difetto: sono uno di quelli che finché non raggiunge la perfezione (o la quasi perfezione) non è contento. Penso di aver ri-registrato assoli di trombe e sax almeno 100 volte, e ancora non sono per nulla convinto che siano giusti [...]"

Confermo. La perfezione a cui aspira si sente nei live. Oltre ad avere un incredibile senso del ritmo, le sue batterie sono molto precise e pulitissime. In attesa del suo disco "TAKEN", vi lascio leggetevi questo lunga e interessante intervista!!
Da tanto si aspetta l'uscita di un tuo album. Ci sono novità a riguardo?

Ciao Romo e grazie per l'intervista innanzitutto! Sto alle prese con le registrazioni... o meglio, sto accumulando idee e affinando i suoni. Purtroppo il mio miglior pregio è anche il mio peggior difetto: sono uno di quelli che finché non raggiunge la perfezione (o la quasi perfezione) non è contento. Penso di aver ri-registrato assoli di trombe e sax almeno 100 volte, e ancora non sono per nulla convinto che siano giusti. Ma facciamo qualche passo indietro. Dunque, il disco, salvo azioni legali sul “nome” prenderà il titolo di TAKEN (era anche il titolo di una famosa serie televisiva degli anni '90 di Spielberg, speriamo sia comprensivo). TAKEN è il termine usato per riferirsi alle vittime di un rapimento alieno. Letteralmente vuol dire “preso”, “rapito”. Sono infatti veramente rapito dai suoni da un paio di anni a questa parte, sto studiando gli strumenti... uno per uno, a partire dalla loro meccanica, la loro fisica, la loro materia. Lo so, non sto affatto bene! Ma ormai sto in quella fase in cui sono talmente affascinato dalla cosa che non concepirei il beatbox diversamente da questo. Tutto questo sta ovviamente rallentando molto la registrazione, perché non tollero sbavature, stonature e robe approssimative che non mi sentirei “pulito” a spacciare per fatte bene. Come dire... diciamo che nutro una certa forma di rispetto nei confronti della musica per cui mi sentirei veramente in colpa. Questo perchè sto cercando di arrivare a quel punto di rottura dove la simulazione vocale si avvicina talmente alla realtà da voler pretendere di identificarvisi. Molto pretenzioso, lo so, ma non me la sentirei di affrontare la questione e sentirmi rispondere dalla musica stessa che non si sente il soffio sull'ancia del sax. Spero di aver reso l'idea! Inoltre stiamo parlando di composizioni originali, quindi la lentezza e la cura sono doppie: il pezzo nasce quando la motivazione artistica è alta, quando un evento o una persona ti portano in testa certe note e ti si piantano in testa... un titolo, un'ambientazione, uno stato d'animo. “Win key” (sarà il titolo di uno dei brani), la chiave della conquista, non nella connotazione che si dà alle azioni di guerra ovviamente, ma un inno al “momento” e al rapimento mentale a cui ti porta la creazione artistica stessa. Il momento esatto in cui senti che melodia e accordi funzionano: è a quel punto che devi cercare il modo più consono per trasformarli in qualcosa di udibile. Nasco come pianista e a 11-12 anni facevo lo stesso seduto al piano con matita e spartito, ma ora è diverso, ora non c'è fisicamente lo strumento, ora sto sfidando il concetto di “arrangiamento”, perchè ovviamente col beatbox si parte veramente dal nulla, da un'idea di suono che fatica ad uscire come vorresti. Mi ha sempre colpito la scena di “Amadeus” (film di Milos Forman dedicato a Mozart) in cui lui, in fin di vita, senza neppure accorgersene detta il proprio Requiem al rivale Salieri. Vede letteralmente gli strumenti... e ne detta le note su spartito. Ecco, ultimamente questo è il mio mood quotidiano, visualizzo l'orchestra. Comunque, parlando di “tempi”, ho concluso da poco un paio di progetti per cui ora avrò più tempo per dedicarmi totalmente al disco. Mi auguro di portare il concept a buon fine entro la fine dell'anno.

Che ne é stato del progetto 3FX?

Ne è stato che purtroppo concept musicali troppo arditi in questo paese non raccolgono punti. Abbiamo un disco quasi totalmente registrato, composto di una ventina di tracce, tuttavia le necessità della vita ti pongono di fronte a delle scelte e capita che devi abbandonare per sempre o temporaneamente quello che facevi e cambiare totalmente vita. Succede. Ma questo non vuol dire che non verrà alla luce un giorno. Chissà.

Come vedi la scena beatbox italiana? Secondo te negli ultimi anni c'è stata un evoluzione? Come mai in Italia quest'arte è ancora poco conosciuta?Ad essere onesto la vedo traballante, ma ne comprendo i motivi. Il beatbox come tutta l'altra musica, diciamo così, “alternativa”, in Italia fatica a decollare. È un fatto culturale, nulla di premeditato. Non che il relativo sistema economico impedisca arbitrariamente al beatbox di avere fortuna. È piuttosto un problema di bacino di utenza. Qui il famoso cane si morde la famosa coda: probabilmente è anche “colpa” nostra che non siamo nella posizione di offrire qualità, tuttavia spesso la qualità esiste proprio in funzione di un processo economico strutturato che lascia che l'artista possa dedicarsi a fare solo l'artista, mentre alle sue spalle si muove chi investe tempo e denaro sulla buona riuscita del suo progetto. Io sono 10 anni che investo su me stesso, faccio il manager di me stesso, etc. Io come altri. In questo modo non è possibile dedicarsi esclusivamente alla propria arte, cosa che rallenta i processi. Molti si trovano a dover abbandonare per necessità, trasformando quest'arte in un semplice hobby, cosa di per sé rispettabilissima. Io ho fatto delle scelte: non ho finito scuola, vivo lontano da casa, spesso mi sono trovato con gli ultimi 5 euro a disposizione... ho stretto i denti. Se ti affacci all'estero vedi che dietro a tanti dei grossi nomi che conosciamo c'è la passione di altri, ci sono investimenti, sponsor. Qui no.

Negli ultimi anni c'è stata un'evoluzione?

Direi di no. Ma anche qui il cane torna a mordersi la coda. Cioè, se crei dei collettivi, se estendi una cosa a fenomeno di “massa” (discorso generale e non solo di Italia ovviamente) crei degli stereotipi, dei canoni da seguire per non farti tagliare fuori. Se inizi a seguire i canoni ti integri, ti omologhi, inizi involontariamente o volontariamente a somigliare agli altri e poni fine a qualsiasi evoluzione. Secondo me alla base c'è un errore di interpretazione: “confrontarsi” non significa “somigliarsi”. D'altra parte se quel “fenomeno di massa” e quel “collettivo” non si creano, chi ha possibilità di investire nemmeno ti vede, e non ti puoi evolvere perchè non sei supportato. Bisogna essere bravi a rimanere se stessi pur seguendo il trend. Vero è che anche nella massa c'è chi si contraddistingue, e infatti la differenza si sente ed è abissale. Parlando della qualità in Italia, dire che siamo messi male sarebbe un'ingiustizia. Molti sono bravi, molti altri potenzialmente bravissimi. Io ho un idea su chi sarà il mio erede ma me la tengo per me.

Si campa col beatbox in Italia? Se sì, come? Se no, come mai?

Ottimo quesito. Parlo per esperienza personale dicendoti che va a periodi. Ultimamente suono abbastanza spesso sia come singolo, sia in gruppi, come “tournista”, o con uno show mio personale. Ad esempio da un anno e poco più faccio parte di un gruppo a cappella (Anonima Armonisti), il che mi porta spesso ovviamente fuori dai miei gusti musicali e questo è vero, ma sto facendo musica, in un ensemble vocale e mi fa veramente bene. Il gruppo è di qualità e mi sta dando la possibilità di portare il beatbox nelle cuffie, negli stereo e nei locali di chi non sapeva che cosa fosse. Siamo stati la sigla di Miss Italia per 3 sere quest'anno, ospiti a La7... questo vuol dire milioni di persone che hanno vissuto il suono del beatbox inserito in un contesto musicale “popolare” e non come fenomeno da talent show o da internet dove chi non sa non comprende e non è in grado di distinguere la qualità dal rumore. Chiariamo, se potessi scegliere, non vorrei fosse questo l'unico modo per conoscere il beatbox. Piuttosto gli darei l'importanza, le origini culturali, e il posto che merita. Ma questo è quanto questo paese offre e se un domani ci sarà dell'attenzione a riguardo potrò dire di aver contribuito. Negli ultimi anni ho portato il beatbox ovunque, tra i miei vari spettacoli. Per citarne uno veramente di effetto, mi esibisco con un artista sordo, metto in musica le sue performance in linguaggio dei segni e il risultato sono platee che restano a bocca aperta, io per primo per la follia e la natura unica della performance. Ho condotto dei workshop in ambiti decisamente fuori dal suo contesto solito, con 200 partecipanti, pubblico affascinato e coinvolto, ed a breve condurrò dei master in due università della musica. Di beatbox volendo si campa, ovvio, non se non hai un prodotto forte. Sempre a stento, magari, e devi comunque essere riconosciuto come uno che dà qualità, competenza e professionalità, se no fai quattro show a gratis all'anno. Ci vuole umiltà. Bisogna sapersi adattare e reinventare, ma senza perdere il proprio gusto, le proprie personalità e originalità. Non è facile, ma d'altra parte nessuno pretende che lo sia. Anzi, penso che saper coordinare se stessi sia lo strumento più difficile da imparare.

Human beatbox e cultura HIPHOP. Alcuni definiscono il beatbox come "Quinto elemento". Tu come la vedi?

Il beatbox trova le proprie origini nell'HipHop, la storia è storia. E proprio la storia dice anche che anni prima c'era il “vocal percussionist” nei gruppi a capella e che Ella Fitzgerald amava sfidare le ritmiche dei fiati con lo scat. Baso sempre i miei workshop su questo, sulle origini e su come idee e modi musicali diversi abbiano contribuito alla nascita di quello che facciamo oggi. Il discorso del “quinto elemento” calza, anche se per assurdo oggi il beatbox si esprime più frequentemente in contesti diversi da quello in cui è nato, quindi lontano dall'hiphop. Io stesso faccio molti più show in contesti diversi dalla jam, ma questo è marketing: chi organizza le serate preferisce investire sul rap, e sul Dj. Chi vuole investire sulla sorpresa e la cosa di effetto fuori dal suo contesto originale cerca me ad esempio. Anche in termini di risposta del pubblico, spesso è molto più calda quella al di fuori dell' HipHop, dove l'utenza è più legata alle liriche che all'accompagnamento. Di conseguenza le scelte musicali di chi offre uno show di beatbox si piegano al contesto in cui si svolgono. Ecco anche perché a mio avviso musicalmente il beatbox si è “auto-decontestualizzato” nei tipi di suoni e di ritmiche di chi lo fa. Non puoi fare una cover degli EPMD a una serata dance, la gente giustamente non capirebbe. È più di effetto fare pezzi veloci, casse dritte. Personalmente resto fedele a Dizzy Gillespie, Tical e Planet Rock: è un mio gusto personale. Sono poi io il primo a fare la D'N'B perché mi piace o a diventare il batterista vocale di una cover band country quando suono col gruppo, non ho pregiudizi. La musica è musica è prende la forma che uno vuole seguire.

Dedichi molto tempo all'allenamento? Che strumentazione usi nei tuoi live? Ricordo quando ci beccammo che utilizzavi un mic particolare. "Il segreto di Alien Dee"?

Sì, mi alleno molto, sto alla ricerca dei suoni perfetti, contatto strumentisti amici e non per farmi spiegare i loro strumenti. Diciamo che ultimamente più che allenamento fine a se stesso sto nella ricerca. Ecco passo molto più tempo ad ascoltare jazzisti che a provare ad incastrare tutti i suoni che so fare in mezza battuta. Ma soprattutto registro tanto, mi riascolto tanto e studio l'anatomia del suono. Nulla di particolare nel mio microfono, è solo un mic a condensatore con risposta 40hz-20k. Una vera e propria arma a doppio taglio in realtà. Passare a questo tipo di mic è nato dalla mia volontà di voler realmente udire e far sentire quello che faccio senza le distorsioni armoniche o limitazioni tecniche proprie di altri microfoni. Il problema è che come esalta le qualità e le precisioni, allo stesso modo è altrettanto preciso e severo nell'esaltare gli errori. È stato veramente molto utile, perché ottenere dal tuo strumento la reale risposta dei suoni che produci ti fa capire davvero dove sbagli e dove no. Se devo essere sincero non lo consiglierei, perchè l'impatto è forte. È un mic molto sensibile alle pressioni sonore, bisogna rivoluzionare se stessi per passare al condensatore. Se manchi di consapevolezza tecnica rischi veramente di fare peggio. Ultimamente sto subendo l'effetto contrario, sono dovuto tornare ad un mic dinamico, con risposta in frequenza bassa, e non mi riconosco più, è veramente odioso.

Che microfono consigli per le esibizioni dal vivo? SM58, BETA58 o altri/altre marche?

È molto personale: il beta58 è molto brillante, ha il pregio e difetto di avere una risposta in prossimità molto cangiante e scarseggia nella pienezza dei bassi, l'SM58 è molto profondo, è più equilibrato e rude del beta. Ma, ti ripeto, la scelta è personale. Altre marche... a parte un trascorso con un “condenser” non Shure, non ho avuto molte esperienze.

Davanti a te c'é Skiller che, dopo averti fatto i complimenti per i tuoi beat, ti chiede di fare una sfida con voto del pubblico in sala. Tu che fai?

Siamo molto amici e lui non è tipo da sfide ma da musica. E in realtà senza saperlo hai colto il segno del cosa pensiamo l'uno dell'altro. Ma è lunga e andrei fuori tema. Allora, ipotizzando una situazione del genere, mi prendo i complimenti di Alex e accetto la sfida. Hai preso due beatboxers così diametralmente opposti che so già che ti aspettavi un certo tipo di risposta mentre scrivevi la domanda (infatti, la domanda era provocatoria, Ndr). Dunque, vorrai sapere a priori secondo te quale sarà la risposta del pubblico, giusto? Il caso vuole che questa cosa sia “successa”, cioè non il discorso della sfida, ma il 2-3 minuti a testa sullo stesso palco e di fronte allo stesso pubblico. Partiamo dal fatto innanzitutto che secondo me lui è un mostro senza precedenti, obiettivamente. Non è il mio stile e sarei quindi portato a dire “non mi piace”, ma non è così. Siamo stati un po' di giorni insieme e quindi conosco lui come persona e le sue idee sul beatbox e la musica, e non solo il beatboxer Skiller. Ma torniamo al palco che abbiamo condiviso: quel giorno ho azzeccato la mia previsione, poiché il pomeriggio prima di suonare insieme mi ero posto lo stesso tuo quesito. Quella sera la mia previsione fu poi confermata dalla risposta del pubblico, dello sponsor e i media di cui eravamo ospiti. Questa è stata la mia chiave di lettura: il pubblico apprezza quasi all'unisono sia l'uno che l'altro stile. Comprende la mostruosità e la potenza del suo stile e carpisce benissimo lo studio della fedeltà sonora e la musicalità che stanno dietro al mio. I media invece vanno quasi tutti a favore di Skiller perché non sono del campo musicale ma del business, e pensano unicamente che l'impatto che dà lui sia più immediato. Ed effettivamente è così. Lo riescono a pensare già in un contesto “più adatto a un pubblico non HipHop, non da Jam” ma piuttosto uno show che fa effetto su tutti. Io vengo generalmente accomunato più che altro a contesti jazz, conferenze sugli studi della vocalità, seratone HipHop, etc. Due approcci totalmente differenti. Questo esempio risponde anche a qualche domanda fa sulla diversificazione degli stili legato al concetto di “si campa col beatbox?”. La risposta è sì ma, come vedi, lui ed io lo facciamo in due modi diversi. Che poi a dire che Skiller è un mostro solo per la sua velocità si banalizza. Questo è un vero errore di valutazione, è un'approssimazione che non rende giustizia. Lui è veramente uno che ha un'intelligenza matematica e musicale spietata, infatti si riflette sul suo gusto, e sulle sue scelte ritmiche estreme. Ti aspettavi che mi tirassi in dietro ad una sfida con Skiller? È vero che io non sono uno da battle, perchè secondo me abbassa il livello della “musica”, ma è anche vero che per fortuna L.O.S. è arrivato tra gli ultimi 8 o ultimi 4 ai mondiali. Non ricordo bene. Un gran risultato.

Come ti vedi tra dieci anni? Sempre in giro a suonare?

Considera che il beatbox è ciò di cui mi occupo al 90% nella musica, nel restante 10 sono comunque un compositore e arrangiatore. Ho appena finito un disco con Metal Carter e Cole del Truceklan, interamente musicato da me. Tra 10 anni probabilmente non starò più sui palcoscenici delle jam, ma piuttosto nei teatri magari, o dietro una consolle a mixare dischi di altri in qualche studio o a fare arrangiamenti per colonne sonore. Non saprei, magari la fortuna mi assiste e a quarant'anni sembrerò ancora un giovincello e girerò il mondo suonando. Chissà.

Progetti per il futuro? Prossimi live?

A breve rilascio il mio nuovo sito, molto più in stile web 2.0 rispetto al mio precedente, che era interamente in flash e “fatto in casa”, realizzato da me che non sono capace. Questa volta mi sono affidato ad un collettivo di amici (Crehate) grafici e webmasters per farmi fare una webpage fatta bene. Poi, il mi disco ovviamente in primis, le date di Società Segreta (il disco di cui parlavo prima), il disco con il gruppo a cappella a cui già stiamo lavorando, e, parallelamente a Taken, sto mettendo anche insieme le idee per il secondo volume del mio Battle Breaks.

Sono curioso di sapere la tua a riguardo! Beatbox: rumore, musica o entrambe le cose?

Mi sa che ti ho già involontariamente risposto a questa domanda rispondendo alle altre. Comunque, personalmente MUSICA tutta la vita, già il termine “rumore” di suo, nell'accezione di “suono” ha una connotazione negativa, figurati se lo attribuirei al mio modo di fare beatbox!

Volevi sapere che ne penso in generale, spero nel “rumore” nel senso di interesse, boccio il “rumore” nel senso sonoro.

Ultima ma fondamentale domanda: si farà questa battle italiana?

Certo, quest'anno doppia categoria, maschile e femminile. Premio: viaggio pagato per i mondiali! Purtroppo, e mi scuso in anticipo davvero con tutti, non siamo stati in grado di riuscire a supportare economicamente la possibilità di fare anche la Team Battle. Riuscire a premiare tutti con il viaggio sarebbe stato impensabile.

Grazie per l'intervista, Romo, un gran piacere come sempre.

Di nulla, figurati!!! In bocca a lupo per i tuoi progetti futuri!!!

 by ROMO


 MEX ZEE